80-20: il Principio di Pareto

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di Mirko Tessari

Parlando di numeri è necessario utilizzare la statistica e modelli matematici.

Ancora di più parlando di temi finanziari dove non ci sono certezze è oltre modo utile impiegare schemi di probabilità e ricostruzioni su serie storiche.

Mi affascina molto il tema di cui ti parlerò oggi che è il Principio di Pareto.

Il principio di Pareto è un risultato di natura statistico-empirica che si riscontra in molti sistemi complessi dotati di una struttura di causa-effetto. Il principio afferma che circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti. Questi valori vanno da intendersi come qualitativi e approssimativi. Esso prende il nome da Vilfredo Pareto (18481923), uno dei maggiori economisti e sociologi italiani e trova applicazione in una sorprendente moltitudine di ambiti e discipline. (fonte Wikipedia)

Lo studio nasce alla fine dell’800 quando Pareto studiando i redditi di una data regione scoprì che solo pochi individui possedevano la maggior parte della ricchezza.

Per la precisione l’80% della ricchezza era in mano al 20% della popolazione.

Naturalmente questa distribuzione 80-20 è empirica ed approssimativa ma vale per rendere l’idea oltre ad essere applicabile in diversi ambiti.

Ad esempio oggi la situazione, secondo i dati OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il 43% della ricchezza Italiana è in mano al 10% degli individui ed il 20% dei più benestanti rappresenta il 60% della ricchezza totale.

Facendo alcuni esempi riferiti ad una realtà economica, come una azienda, potremmo dire come normalmente il 20% delle voci di costi compongono l’80% del totale delle spese.

Nei ricavi invece il 20% dei clienti generano l’80% delle entrate.

Oppure nella vita quotidiana l’80% del tempo lo passiamo utilizzando il 20% dei nostri vestiti disponibili.

O ancora che l’80% delle telefonate effettuate vengono fatte al 20% dei numeri memorizzati nel nostro telefono.

Per quanto riguarda i trasporti l’80% dei trasporti avviene sul 20% delle strade disponibili.

E ancora l’80% del traffico internet è generato dal 20% dei siti web on-line.

Ultima ma non ultima, l’80% dei rendimenti è dato dal 20% dei titoli quotati (la accenno così ma approfondirò più avanti ma questa è la base del concetto)

Da questo Principio possiamo trarne preziosi insegnamenti, soprattutto in termini di gestione delle priorità.

Perché ci fa capire come ci siano essenzialmente il 20% delle attività totali, in ogni ambito, veramente determinati, e il restante 80% altrettanto importante ma “accessoria”.

Una azienda che da questo studio riscontrasse che l’80% dei ricavi arriva dal 20% dei clienti non dovrebbe abbandonare completamente la parte dei clienti riferita all’80%.

Sarebbe un errore madornale in quanto molte attività sono frutto di situazioni legate da causa-effetto e anche frutto di attività indirette.

Sicuramente però identificare, nei nostri ambiti di interesse, quali sono le priorità ci potrebbe far concentrare su ciò che è veramente importante e ridurre gli sforzi inutili.

Se ad esempio fatichi a risparmiare potresti scoprire che l’80% delle spese che fai vengono guidate dal 20% delle voci di spesa totali.

Quindi anche l’80% dei tuoi risparmi, della tua ricchezza attuale e futura che potrai creare, può essere costruita dal 20% delle azioni che compirai.

Alla fine, questo vale anche per la vita in generale, forse l’80% della nostra felicità arriva dal 20% delle relazioni/oggetti/esperienze.

Tornando al tema dei risparmi, la regola cardine verte proprio sul risparmiare mediamente almeno il 20% delle proprie entrate.

E quando costruisco un portafoglio, un asset allocation, l’80% dei rendimenti arriverà proprio dal 20% di quel portafoglio (deve esserci una tolleranza in questo dato per la specificità di ogni singolo soggetto, aspettative e tolleranza al rischio).

Basti pensare al fatto che è assolutamente “necessario” valutare l’inserimento di azionario nel portafoglio, perché secondo te?

Perché dovrei inserire una quota di azionario che potenzialmente può farmi perdere denaro? 

La risposta è perché offre il premio al rischio, una ricompensa per esserti assunto dei rischi.

E proprio in base a questo principio, questa parte sarà quella che potenzialmente offrirà il rendimento maggiore ai tuoi risparmi. E altrettanto potrebbe essere che l’80% delle perdite negli investimenti (o l’80% delle perdite degli investimenti azionari andando ancora più in profondità) sarà data dal 20% dei titoli.

Questa funzione è determinata proprio dal mercato stesso (segue in un prossimo articolo la disamina completa riferita al mercato azionario) dove solo pochi titoli fanno la performance, mentre gli altri o contribuiscono poco o addirittura perdono.

Ti accenno solamente che il 4% delle azioni totali americane (uno studio fatto su 26.000 titoli) ha generato la maggior parte dei rendimenti sul mercato americano.

E ti aggiungo che solo il 20% circa dei fondi attivi ha battuto il benchmark (il mercato per capirci).

Quindi concentrati sulle cose veramente importanti, stabilisci le tue priorità, elimina i “rumori di sottofondo” come li chiamo io e avrai già fatto la parte più importante per raggiungere il risultato.

Ti ritrovi in questi esempi o altri casi con il Principio di Pareto?