Cosa sta succedendo sul petrolio?

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di Mirko Tessari

Negli ultimi giorni abbiamo letto tanti titoli sensazionalistici che facevano intendere che si potesse quasi andare alla pompa di benzina e farsi pagare per il pieno all’auto.

Purtroppo molte volte l’articolo è scritto da uno stagista o da un giornalista che il minuto prima ha scritto un articolo sportivo per poi passare all’articolo economico, oppure ancora il titolo deve riuscire ad attrarre l’attenzione più che dare un contenuto realistico e di valore (con tutto il rispetto per i giornalisti ma è così).

Al momento quindi dispiace deludere ma il petrolio non vale zero o meno di zero e ora ti spiego cosa è successo negli ultimi giorni.

Il 9 marzo 2020 l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) sotto la guida dell’Arabia Saudita e la Russia, non membro dell’ OPEC, hanno rescisso un accordo per limitare la produzione. Lo stallo, che ha fatto scendere i prezzi del petrolio di circa il 79%, vedrà le nazioni esportatrici di petrolio soffrire.

Grafico petrolio – Wti degli ultimi 5 anni

grafico petrolio wti a 5 anni

Sembra che sia in corso una vera e propria “guerra” ed anche questo argomento è una causa/effetto dell’andamento altalenante delle borse di queste settimane.

Il petrolio misura in modo indiretto la crescita o decrescita economica e quindi in questo momento, dove il prezzo del barile è sceso intorno ai 13$, i segnali che arrivano sono di deflazione e forte rallentamento economico.

La guerra in atto è probabilmente contro quelle aziende Americane che estraggono il petrolio con il metodo di scisto (Shale Oil Company).

Detto questo, i consumatori e gli importatori di petrolio come la Cina, la Corea del Sud e l’India sembrano destinati a beneficiare di prezzi energetici più bassi.

Probabilmente può essere di aiuto anche a tutti i sistemi di trasporti, commerciali e civili, visto che il prezzo del petrolio è calato in maniera importante.

Rimane però il fatto che l’economia globale sarà impattata dalla pandemia probabilmente nel primo e nel secondo trimestre e poi si riprenderà lentamente. Una nuova preoccupazione è il previsto eccesso di offerta di petrolio dopo la rottura dei colloqui tra le potenze sopra elencate.

Il battibecco può essere transitorio, ma se una di queste superpotenze petrolifere puntasse davvero a far fallire i produttori di Shale Oil negli Stati Uniti, come suggerito da alcuni osservatori del mercato, il petrolio potrebbe rimanere “basso per più tempo”. Questo potrebbe gettare a mare i piani di investimento delle compagnie petrolifere e confondere le prospettive dei produttori di attrezzature petrolifere. Inoltre, una guerra dei prezzi di lunga data deprimerebbe le entrate petrolifere di molti paesi, limitando così la quantità di denaro che gli investitori mediorientali sono disposti a spendere in azioni.

Sembra infatti che, come già capitato in passato, i paesi Arabi, che hanno delle riserve importanti di titoli, oro ecc, stiano riversando sul mercato una grandissima quantità di questi titoli per sostenere questa guerra contro la Russia e l’America.

Ora veniamo al prezzo del petrolio e capiamo cosa è successo nello specifico.

La prima premessa è che per poter investire sulle materie prime di questo tipo lo posso fare solo attraverso derivati (i derivati non sono per forza una cosa brutta e cattiva ma semplicemente come dice la parola stessa, derivano da qualcosa e in questo caso dal prezzo del barile).

Quindi non posso comprare un barile fisicamente ma comprerò un derivato, in questo caso un futures (o un etf che all’interno hanno dei futures), con il quale mi impegno a comprare ad una determinata scadenza ad un determinato prezzo una certa quantità di petrolio.

Ora, dal momento in cui teoricamente alla scadenza del contratto saresti obbligato a comprare veramente il barile ma nessuno degli investitori/speculatori vorrebbero avere l’impegno di farsi consegnare un barile di petrolio in casa (non scherzo), si dice in gergo tecnico che si fa il rolling del futures, cioè si va a scambiare la scadenza più vicina con una scadenza più lontana posticipando di fatto il momento in cui dovrei fisicamente farmi recapitare dal postino il barile di petrolio 🙂

A questo punto, il lunedì nero del petrolio – il giorno 20 aprile 2020, i futures in scadenza a maggio oggetto di rolling sulle scadenze successive, si trovano sovraffollati di vendite dove tantissime controparti cercano di vendere per passare alla scadenza successiva.

Pensa che solo l’ Etf USO (è il ticker di borsa che si usa per acquistare lo strumento finanziario) controlla poco meno del 30% dei contratti derivati futures sul petrolio ed in quei giorni ha infatti cominciato a spostare le scadenze (il titolo sopra indicato non è acquistabile da investitori retail Italiani).

L’aumento sproporzionato di offerta ha quindi fatto crollare i prezzi a valori anche sotto zero; questo però ha impattato solo le transazioni virtuali che sono state oggetto di una sorta di forte squilibrio tecnico causato dai derivati stessi.

La necessità è dettata dal fatto che in questo momento di forte offerta di petrolio (i produttori si sono trovati per decidere di ridurre la produzione ma al momento non hanno ancora reso operativo il taglio) e domanda di petrolio vicina allo zero (gli aerei non volano, le navi che circolano sono poche, macchine pochissime, ecc) i prezzi del petrolio sono in contango, cioè il prezzo di oggi è più basso rispetto al prezzo delle scadenze più lontane (il contrario si chiama invece backwardation e sarebbe causato da una maggior domanda rispetto ad una offerta più limitata).

grafico contango e backwardation

Questa struttura di prezzi che ha sempre reso “conveniente” acquistare al prezzo di oggi (prezzo spot), stoccare il petrolio, per poi rivenderlo ad un prezzo futuro (forward) è collassata, oltre che per i motivi tecnici sopra indicati, anche per i costi di stoccaggio che stanno lievitando essendo sempre più vicini al limite di capacità massima (gli oleodotti sono pieni, le navi mercantili sono cariche, le riserve sono terrene quasi esaurite).

L’articolo è un po’ tecnico ed alcune cose per semplicità le ho tralasciate per non gravare la descrizione già complicata ma spero di aver dato qualche informazione utile per una comprensione maggiore rispetto agli avvenimenti attuali.

Una mia modesta considerazione è che il petrolio non potrà rimanere a questi prezzi per sempre ma di certo continuerà a soffrire fino a che non aumenterà la domanda (fine del lockdown) e/o ci fossero interventi decisi sui tagli della produzione.

Quindi attenzione sempre alle informazioni, alle facili considerazioni e ai tecnicismi che potrebbero compromettere intere strategie di investimento.