Come decifrare la descrizione degli ETF

Picture of di Mirko Tessari

di Mirko Tessari

Nel mese dell’educazione finanziaria vorrei affrontare un altro tema basilare ma non scontato.

Se già sappiamo che esistono tantissimi strumenti finanziari sui quali investire, sappiamo altrettanto che strumenti finanziari come gli Etf sono sempre più utilizzati e conosciuti per i numerosi vantaggi che presentano.

Le principali caratteristiche di questi strumenti sono state trattate in questo precedente articolo quindi oggi vorrei parlarti di altro.

Ti vorrei aiutare a comprendere meglio cosa si “nasconde” dietro la descrizione del nome degli Etf.

Perché, se hai notato, questi strumenti sono caratterizzati da nomi spesso lunghi e composti da sigle, abbreviazioni e lettere molto criptiche.

Ma cosa significano tutte le sigle e descrizioni che compongono il nome di un Etf?

I nomi degli Etf sono composti essenzialmente da 4 parti:

  • Descrizione dell’emittente
  • Descrizione dell’indice sul quale investe l’Etf
  • Informazioni sulla regolamentazione 
  • Dettagli sulla classe di azioni

Proviamo a prendere un Etf qualsiasi ed analizzarne le parti secondo questa metrica appena descritta:

Anche se alcuni elementi possono mancare nelle descrizioni dei titoli o potrebbero essere in ordine diverso andiamo ad analizzare l’esempio qui sopra per chiarire meglio i dettagli:

Emittente:

è normalmente il nome della società emittente dello strumento finanziario che stiamo analizzando. In questo caso troviamo iShares che fa parte del gruppo BlackRock, ma potremmo trovare ad esempio Xtrackers che fa parte della divisione Etf di Deutsche Bank o Lyxor che appartiene a Société Générale.

Potremmo anche trovare indicata la dicitura Core a fianco o al posto del nome dell’emittente; questa dicitura normalmente sta ad indicare che l’Etf in questione fa parte di un sottogruppo nella gamma di prodotti dell’emittente. Normalmente la dicitura Core identifica Etf molto economici e basati su indici principali come MSCI World, Eurostoxx50, S&P500, ecc.

Nome dell’indice:

viene descritto il nome dell’indice dove l’Etf va ad investire.

È descritto quindi il mercato sottostante che l’Etf mira a replicare il più fedelmente possibile.

Nel caso dell’esempio indicato nell’immagine, il mercato di riferimento è l’indice Global Aggregate Bond, che è l’indice riferito ad una tipologia mista di obbligazioni (principalmente titoli di stato e obbligazioni societarie) con focus globale.

Possiamo anche trovare, ad esempio, MSCI World quando replica i titoli azionari di 23 paesi sviluppati di tutto il mondo, oppure Eurostoxx50 quando comprende le società dell’Eurozona e tanti altri.

A volte possiamo trovare anche dei suffissi a fianco all’indice di riferimento nello strumento finanziario, come NR, TR o TRN.

I suffissi ci indicano se la performance dell’indice viene calcolata prima o dopo le imposte sui dividendi anche se questo non ha alcun impatto sulla performance dell’Etf stesso che distribuisce i dividendi.

Nel caso di NR viene indicato Net Return (rendimento netto), TR sta invece per Total Return (rendimento complessivo) ed infine TRN sta per Total Return Net (rendimento complessivo netto).

Informazioni sulla regolamentazione:

In questa parte troviamo la natura del titolo, cioè se vediamo indicato Etf è già di per sé la classificazione che li distingue dagli Etc o dagli Etn.

Qui troviamo anche la parte più importante da ricercare per gli investitori Europei, cioè la dicitura UCITS (undertakings for the collective investment in transferable securities).

La dicitura UCITS è fondamentale per riconoscere gli strumenti finanziari soggetti alle regolamentazioni europee studiate appositamente a tutela dell’investitore. Gli Etf Ucits, infatti, devono rispettare determinati standard, come ad esempio non detenere più del 20% delle attività del fondo in un singolo strumento finanziario, in modo da garantirne la diversificazione. 

Gli Etc e gli Etn non sono quindi conformi alla normativa UCITS (in quanto, ad esempio, possono replicare un singolo sottostante – vedi Etc sull’oro che replica una singola materia prima).

Dettagli sulla classe di azioni:

verso il fondo della descrizione dello strumento finanziario troviamo le informazioni sulla classe di attività.

Ciò che definisce la classe di attività dell’Etf è espressa normalmente con una abbreviazione criptica come ad esempio 1C, 1D, 5C; queste sigle indicano la diversa classe di azioni disponibili per il singolo Etf che si differenziano tra loro magari per la differenza di costo di commissione di gestione, la valuta di riferimento, se è a cambio coperto o cambio aperto, se è a distribuzione o ad accumulo dei proventi.

Ogni emittente può decidere di utilizzare una propria nomenclatura per definire le varie classi di attività ma rimane sempre la possibilità di utilizzare il codice ISIN per individuare univocamente lo strumento finanziario che vogliamo.

Ulteriori informazioni:

ulteriori informazioni indicate nel fondo della descrizione dell’Etf possono essere quelle riferite alla modalità di gestione dei proventi, cioè se lo strumento è ad accumulo dei proventi potremmo quindi trovare sigle come Acc o C o a distribuzione dei proventi e trovare sigle come Dist, Dis o D.

Nella stessa sezione finale troviamo anche la valuta di riferimento dello strumento.

Quindi potremmo trovare indicato USD se l’Etf in analisi ha come valuta di riferimento il dollaro, GBP se la valuta fosse la sterlina e così via.

Valute diverse dall’euro per un investitore europeo lo espongono a rischio valutario che quindi va valutato con particolare accorgimento.

Se troviamo invece indicato il termine HEDGED sta a significare che lo strumento finanziario è coperto dal rischio cambio tramite contratti forward o opzioni.

Infine, poniamo attenzione ai termini SHORT o 2X o 3X.

In alcuni casi il termine SHORT potrebbe indicare il fatto che il portafoglio dell’Etf è gestito tramite la gestione di titoli di breve durata, in altri invece potrebbe indicare che l’Etf investe in maniera inversa rispetto all’indice di riferimento.

Il 2X o 3X invece indicano la leva finanziaria che sta a significare che i rendimenti, ma anche le perdite, vengono amplificate in base alla leva indicata nello strumento. 

Gli Etf SHORT (o INVERSE) e a leva sono fortemente sconsigliati soprattutto nella pianificazione di lungo periodo. Possono eventualmente essere considerati per una operatività intraday o di brevissimo termine anche se espongono a rischi ben più elevati rispetto ad una strategia più lineare e rialzista.