Gli Etf, cosa sono?

Picture of di Mirko Tessari

di Mirko Tessari

Questi Etf, a volte vengono descritti come il demonio, a volte come la luce verso la salvezza.

Ora voglio chiarirti alcuni concetti chiave e voglio essere chiaro e diretto nel farlo.

Etf è l’acronimo di Exchange Trade Funds ed è la sigla che si sente di più nominare.

Gli Etf fanno però parte di una macro categoria più grande che sono gli Etp, cioè gli Exchange Traded Product.

Gli Etp sono strumenti concepiti per replicare un indice o un attivo sottostante.

Da qui la suddivisione quindi in Etf, Etc (Exchange Traded Commodities) ed Etn (Exchange Traded Notes).

Etf replica:

  • Indici azionario, monetari, obbligazionari
  • Indici su commodity
  • Indici su private equity
  • Indici su fondi hedge e strutturati

Etc replica:

  • Singole materie prime
  • Un insieme di materie prime
  • Valute
  • Strumenti a leva (normalmente vengono inseriti qui anche per una diversa tassazione)

Etn replica:

  • Un attivo particolare o un indice di riferimento non coperto dagli Etf o dagli Etc

Sono più recenti dei fondi attivi.

Sono nati negli anni 90 in America ma sono disponibili agli investitori Italiani dai primi anni 2000.

Non sono altro che diverse tipologie di fondi d’investimento o Sicav con, questa volta, la gestione passiva.

Quando acquisti questi strumenti stai sottoscrivendo un contenitore che raggruppa all’interno un insieme di titoli.

Stai dando quindi i tuoi risparmi ad un gestore che, insieme al patrimonio di tutti gli altri investitori come te, li gestirà in base agli obiettivi predeterminati.

Qui la differenza rispetto ai fondi cosiddetti a “gestione attiva”; qui la gestione è passiva, o gestione a “benchmark”.

Con gli Etf la bravura del gestore, la possibilità di anticipare il mercato, di prevedere eventi (che sono sempre e comunque imprevedibili, ricordatelo) non è contemplata.

In base alla tipologia dell’Etf che scegli l’obiettivo dello stesso è quello di replicare, come uno specchio che riflette l’immagine, il suo benchmark di riferimento, il mercato obiettivo.

Il benchmark, che è il parametro di riferimento, altro non è che un indice che può essere azionario, obbligazionario, sulle materie prime, e tutto su ciò che ha una quotazione come ho anticipato sopra.

Ti faccio un esempio.

Se voglio investire sulla borsa azionaria dell’Italia, l’indice FtseMib, se acquisto un Etf sull’indice azionario Italiano, lo scopo è replicarlo fedelmente.

Quindi se l’indice farà +5% anche il tuo Etf farà la stessa performance detratti i costi di gestione che sono molto molto contenuti.

Ora che spero sia chiaro questo funzionamento passo ai pro e ai contro.

I vantaggi di questi strumenti finanziari sono principalmente questi:

  • Semplicità perché, come ti spiegavo sopra, replicano un indice. Quindi di solito è facilmente comprensibile dove vanno ad investire
  • Trasparenza perché per quasi tutti questi strumenti è possibile trovare in dettaglio il portafoglio di investimento, i titoli all’interno, le spese e le caratteristiche
  • Flessibilità perché anche questi, essendo sempre fondi, ti permettono di investire anche con poche decine di euro, acquistando un universo di titoli incredibile
  • Sicurezza perché anche qui il patrimonio è separato dal patrimonio della società che li gestisce e quindi non c’è il rischio di insolvenza e di attacco di eventuali creditori della società
  • Quotazione perché hanno un mercato di riferimento dove sono quotati in continuo (negli orari di riferimento delle borse di competenza) e quindi puoi acquistarli e venderli in tempo reale
  • Economicità perché i costi di gestione sono veramente molto molto bassi (0,20/0,30% di costi di gestione di media) e non ci sono costi di entrata o di uscita applicabili da qualche collocatore/venditore
  • Costi ridotti se consideriamo di poter avere un gran numero di titoli all’interno anche per importi ridotti – acquistare o vendere singolarmente ogni titolo potrebbe gravare ancor di più sul patrimonio

Ora parliamo degli svantaggi o almeno delle caratteristiche meno note:

  • Commissioni di negoziazione cioè va considerato che si acquistano come una semplice azione o obbligazione quindi devono essere chiari i costi richiesti dalla banca/piattaforma che utilizzi che possono incidere anche molto sulle performance
  • Liquidità/Dimensione nel senso che sono strumenti ancora, al momento, in crescita. Potresti quindi trovare alcuni Etf neo-nati o che investono su mercati di nicchia dove il patrimonio del fondo è molto ridotto e quindi anche la differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita (appunto Spread si chiama) è molto ampia – se trovi questo caso sarebbe meglio passare ad un altro Etf
  • Replica Passiva che non è un vero svantaggio ma va indicato qui come sostanziale differenza nel senso che replicando fedelmente un indice, all’interno di questo potremmo trovarci anche titoli indesiderati che in fondo a gestione attiva potremmo non trovare
  • Fiscalità non efficiente in quanto sia la distribuzione di cedole che la vendita in plusvalenza dei fondi è trattata come redditi da capitale (non posso recuperare le minusvalenze accantonate)

La tassazione come ho accennato qui nell’ultimo non è efficiente ma va fatta una piccola precisazione perché negli Etc e negli Etn (anche se il capitolo ancora è un po’ controverso) la tassazione invece è efficiente.

Il principio qui infatti non è la generazione di redditi da capitale ma di redditi diversi e quindi vi è l’ottimizzazione fiscale.

Rimane da precisare che anche questi strumenti non offrono garanzia di capitale tanto meno di performance, ma come ho scritto nella precedente mail, cosa veramente te la può offrire?

Gli Etf (usando la sigla Etf raggruppo tutti gli Etp perché è la sigla più usata anche in maniera impropria alcune volte) sono in forte crescita sul mercato Europeo per i grandi vantaggi che ti ho presentato sopra.

Rimane il fatto che, nonostante siano strumenti molto semplici e trasparenti, ne esistono con tantissime caratteristiche differenti.

Puoi trovare Etf long, short, a leva, strutturati, in valute diverse dall’euro, a cambio coperto, a distribuzione dei proventi o ad accumulazione, a replica fisica, a campionamento, a replica sintetica funded o un-fundend.

Insomma anche questo è un settore molto interessante ma va studiato.

Il fai da te non è molto consigliato, almeno per quello che mi sento di dirti io, a meno che tu non voglia veramente approfondire bene la tematica.

E lo dico perché studio tutti i giorni questo tipo di strumenti finanziari e ce ne sono veramente tanti.

Voglio concludere anche dicendoti che come spesso insisto nel dirti, è il mercato che fa il rendimento non il gestore o il consulente.

Il consulente o il gestore deve solo interpretare al meglio le tue esigenze e tradurle in linguaggio finanziario.

La componente più preziosa è sempre il tempo.

Ho visto persone tenersi un fondo pessimo solo perché non si capiva come si muovesse (i fondi come ho già scritto non sempre sono molto trasparenti) e altre persone invece subire emotivamente l’andamento delle quotazioni degli Etf.

Sì perché come ti accennavo sopra gli Etf sono quotati in continuo e quindi potresti vedere variazioni di prezzo anche importanti; le variazioni però sono sempre in funzione dell’andamento del mercato di riferimento ma vanno conosciute e comprese.

L’emotività può essere il peggior nemico nella costruzione dei propri obiettivi finanziari.