BTP Futura: un’emissione riservata al retail

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di Mirko Tessari

E’ in corso una forte campagna di comunicazione da parte dello Stato per la prossima emissione di Titoli di Stato.

La prossima emissione, che potrebbe essere la prima di una lunga serie di questa nuova tipologia di titoli, avrà luogo dal 06 al 10 luglio 2020 e sarà rivolta ad il solo pubblico retail (pubblico al dettaglio, cioè i privati cittadini).
Il nome di questo Titolo di Stato sarà BTP Futura in quanto l’emissione è strettamente collegata all’emergenza Covid-19 e al rilancio dell’economia.

Le caratteristiche in sintesi:
-durata 10 anni (ovviamente rivendibile in ogni momento a prezzo di mercato);
-cedole semestrali crescenti (meccanismo step-up) dopo i primi 4 anni e successivamente dopo altri 3 anni;
-premio fedeltà, per chi sottoscrive in asta e lo tiene fino a scadenza, pari alla variazione media annua percentuale del Pil dal primo al nono anno di durata del titolo (minimo 1% – max 3%);
-taglio minimo sottoscrivibile di 1.000 euro;
-prezzo di sottoscrizione pari a 100;
-rendimento minimo verrà comunicato venerdì;
-rendimento effettivo verrà comunicato ad asta conclusa il 10 luglio;

Alcune considerazioni importanti:

Il fatto che la nuova emissione sia riservata ad il solo pubblico retail potrebbe offrire una maggiore stabilità dei prezzi. Questo significa di fatto che gli investitori istituzionali (banche, fondi, etf, ecc) non possono sottoscrivere questo titolo, almeno in questa prima fase di asta riservata.

La volontà del Governo in questa operazione è quella di iniziare a ristabilire gli equilibri sui possessori dei Titoli di Stato Italiano in quanto solo il 3% circa delle emissioni sono nei portafogli delle famiglie private.
Che poi sarebbe di più del 3% se consideriamo i Titoli di Stato all’interno dei fondi pensione, fondi, polizze, ecc in mano ai risparmiatori Italiani però la volontà e quella di ribilanciare le quote che oggi sono in mano agli investitori esteri ed istituzionali.

Breve focus:
Basti pensare ad esempio che il Giappone, con un debito a circa 240% rispetto al Pil, ha una incredibile solidità finanziaria che non viene mai messa in discussione, nemmeno nei momenti di recessione.
Infatti quando assistiamo ad un crollo dei mercati per esempio, lo yen giapponese si rafforza essendo considerato come un porto sicuro; questo è dovuto al fatto che i Titoli di Stato Giapponesi sono per la quasi totalità in mano ad investitori pubblici o semi pubblici che non rivendono i titoli sul mercato ma li tengono tendenzialmente fino a scadenza. 

Probabilmente questa tipologia di emissione potrà essere meno influenzata dall’andamento dei tassi dal momento in cui, avendo una struttura di rendimenti a crescere, potrà risentire meno dell’andamento dei tassi futuri. Inoltre la liquidità ridotta di questa emissione, mancando gli investitori istituzionali, potrebbe ridurre ancora di più l’eventuale oscillazione dei prezzi.

Le politiche di acquisti di titoli da parte della Banca Centrale Europea potrebbero spingere verso rendimenti ancora più bassi in tutta l’Eurozona e quindi anche queste emissioni potrebbero beneficiarne offrendo ancora un rendimento superiore di mercato.

Inoltre il premio fedeltà che viene riconosciuto a scadenza (che verrebbe perso se venisse venduto prima della scadenza il titolo) potrebbe collocarsi nella parte più alta del range previsto (minimo 1% – max 3%) dal momento in cui viene preso in considerazione la variazione del Pil come scritto sopra dove, quest’anno e forse anche il prossimo, forniranno un punto di partenza molto basso.

Va ricordato però che il debito Italiano è tra i più alti d’Europa e oramai dagli anni ’80 si va dicendo che il Governo Italiano dovrà ristrutturare il debito; ora siamo nel 2020 e non è ancora stato fatto ma questo non vuol dire che non vada posta molta attenzione agli importi eventualmente da destinare ai singoli paesi (in questo caso l’Italia) per evitare l’eccesso di HOME BIAS, e se proprio fossimo così affezionati ai Titoli di Stato di un paese, almeno diversificare sulle varie scadenze/emissioni.

Scarica qui la scheda informativa fornita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze