Ci Tasseranno I Prelievi Di Contante????

Picture of di Mirko Tessari

di Mirko Tessari

Probabilmente già dal titolo un brivido lungo la schiena è salito.
Sopratutto ben riconoscendo che la tassazione Italiana è la più alta a livello Europeo e con norme giuridiche che la regolano tra le più incerte e complicate.

Fatta questa premessa analizziamo nello specifico questo tema che penso sia di grande interesse per tutti:

  1. al momento, oggi 18/09/2019,  non è una legge bensì una proposta da parte di Confindustria come tentativo per la lotta all’evasione;
  2. il limite ipotetico fissato per l’esenzione è di 1.500 euro mensili (cioè per prelievi in contanti fino a 1.500 euro nessuna tassazione);
  3. viene proposta la possibilità di tassare al 2% i prelievi sulle somme superiori a quanto indicato nel punto 2;
  4. viene proposta una agevolazione per l’uso della moneta elettronica con una sorta di credito di imposta da recuperare in sede di dichiarazione dei redditi;

Con questo articolo non voglio assolutamente parlare di politica, schieramenti, simpatie o fare demagogia; l’obiettivo è chiarire alcuni dati e dare una visione razionale!

Il grafico qui sotto evidenza per le 35 peggiori economie l’incidenza del contante in circolazione su Pil:

Siamo tra gli ultimi posti e questo indica che probabilmente si deve intervenire.

L’86% dei pagamenti avviene ancora con denaro fisico contro una media del 74% dell’Eurozona e il 45% dei Paesi Bassi.

Le monete e le banconote hanno, secondo The European House – Ambrosetti, costi diretti rilevanti, per circa 10 miliardi l’anno, pari allo 0,5% del Pil. Se l’Italia, riducendo il cash, si allineasse alla media Ue, genererebbe un impatto positivo permettendo di liberare fino a un miliardo e mezzo l’anno.

Però qualcosa anche nel nostro Paese sta cambiando infatti tra il 2012 al 2016 si è avuta una crescita del 48,6% dei pagamenti tramite smartphone e pagamenti digitali.

Tutto questo per fare alcune riflessioni, cioè intanto che dovremmo limitare gli allarmismi generalizzati ed evitare di farci terrorismo psicologico.

In secondo luogo che per la gestione e l’uso dei sistemi alternativi al denaro contante serve aumentare l’educazione finanziaria e ricevere una adeguata informazione come per quanto riguarda gli investimenti e la gestione dei patrimoni, forse sopratutto tra le fasce sociali più deboli e bisognose di protezione.