Gli errori più comuni da evitare negli investimenti!

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di Mirko Tessari

Come ripeto noiosamente ogni santo giorno investire non è una formula matematica, una scienza esatta che da un risultato predeterminato.

Investire in maniera corretta è sempre frutto dell’unione degli obiettivi personali con i comportamenti che devo mettere in atto per raggiungerli.

Quindi oggi parlo dei comportamenti, che non sono di per sé errori per mancanza di esperienza o conoscenza, bensì errori comportamentali che accomunano tantissime persone spesso inconsapevolmente.

Sto parlando dei bias, cioè proprio i comportamenti, le tendenze.

Più precisamente il bias cognitivo, che in psicologia indica la tendenza a creare una propria realtà soggettiva che non necessariamente corrisponde all’evidenza, sviluppata sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque a un errore di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio. (fonte Wikipedia)

Ora qui di seguito elenco i 10 bias (comportamenti appunto) che ritengo più importanti da evitare oltre che dai quali eventualmente prenderne coscienza ed imparare nel futuro:

  1. Overconfidence bias (bias dell’invincibilità): credere di esser più abile o sapere più degli altri. Si tratta di un errore di percezione, non di incompetenza. E’ impossibile capire sistematicamente quali azioni o titoli batteranno il mercato per le troppe variabili in giorno, quindi diversifica!                                                                                                                      
  2. Information bias (bias delle informazioni): E’ un bias dovuto ad una irrazionale gestione delle informazioni. Negli investimenti, dal momento in cui spesso si pensa di non saperne mai abbastanza, si rischia di credere di dover raccogliere una infinità di informazioni prima di agire. Molte volte però una sovrabbondanza di informazioni non è efficace. Sopratutto considerando quante informazioni ci vengono rovesciate addosso in ogni minuto della giornata, anche dai mass media, spesso di scarsa o scarsissima qualità.                                                                                                                                                                  L’errore peggiore che si può commettere è quello di comprare o vendere azioni sulla base dei titoli sui giornali.” -Warren Buffett                                                                                                              
  3. Confirmation bias (bias di conferma): si intende il fenomeno per cui gli individui tendono a dare peso eccessivo alle informazioni che supportano le loro idee e, al contrario, a sottovalutare o addirittura ignorare quelle che le contraddicono.                                                
  4. Status quo bias (pregiudizio dello status quo): gli individui tendono a non deviare dal loro comportamento abituale, bensì a rimanere attaccati alla situazione in cui si trovano (lo status quo appunto).                                                                                                                    
  5. Home bias (bias domestico): consiste nell’evidenza per la quale gli investitori preferiscono investire in titoli di aziende che sentono come più vicine, sia da un punto di vista della loro localizzazione (imprese nazionali o addirittura locali), sia per motivazioni affettive (il senso di appartenenza) o che derivano dall’illusione di conoscenza.        L’esempio più eclatante è investire in azioni della azienda per cui si lavora, oppure essere agenti immobiliari e investire in fondi che investono nel settore real estate.                            Il vero rischio è che se la propria vita lavorativa subisse dei contraccolpi, questi sarebbero amplificati anche dall’andamento degli investimenti.                                                                                   
  6. Hindsight bias (bia del senno del poi): è la tendenza ad esprimere opinioni considerando le probabilità a posteriori, ovvero in seguito all’evento di interesse. Applicare lo sguardo retrospettivo, pensando di aver predetto un evento, quando in realtà non lo si era predetto, almeno in modo sicuro. Sintetizzabile nell’espressione “Te l’avevo detto!”                                
  7. Wishful thinking (pensiero illusorio/del desiderio): E’ la tendenza a valutare un evento come più probabile perché maggiormente desiderato. Non è detto che lo scenario/risultato che vorrei si avverasse sarà quello che in effetti si avvererà.                                                   
  8. Zero risk bias (bias della propensione al rischio zero): E’ la tendenza a preferire la completa eliminazione di un rischio in una situazione/esigenza anche quando le opzioni alternative producono una maggiore riduzione complessiva del rischio o una maggiore utilità attesa.                                                                                                                                  
  9. Negativity bias (bias della negatività): Consiste nel dare maggior peso agli aspetti negativi rispetto a quelli positivi. Si è quindi più sensibili e attenti a ricordare e ad essere maggiormente colpiti da emozioni, informazioni ed eventi negativi, rispetto a degli stimoli positivi o neutrali.                                                                                                                                                                                                                                  “Preferisco essere ottimista e avere torto, che pessimista e avere ragione.” A. Einstein         
  10. Omission bias (bias dell’inazione): Indica la tendenza a preferire l’inazione rispetto a qualsiasi azione, anche la più piccola. Non l’ho mai fatto, è difficile, non mi fido, quindi non faccio nulla (anche questo potrebbe non valere solo per gli investimenti).