I soldi fanno la felicità? Parliamone

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di Mirko Tessari

I soldi fanno la felicità?

No, ma aiutano.

O forse la risposta giusta sarebbe completamente sì, ma con i giusti presupposti.

I soldi, come raggiungimento dello status quo, di un livello sociale più elevato e tanto agognato, non fanno la felicità.

Anzi ci sono numerosi studi che affermano come i ricchi non siano effettivamente così felici.

Addirittura si afferma come la continua ricerca di maggiore ricchezza porti le persone su un cosidetto “tapis roulant edonistico”, cioè la continua ricerca di nuovi obiettivi, convinti che il prossimo sarà quello che ci darà la vera felicità.

Succede infatti spesso che per le persone molto ricche ci sia la ricerca di un bene materiale a compensare il ridotto tempo libero e relazioni personali limitate.

Nonostante questo la continua ricerca di una posizione sociale predominante e l’affermazione nella gerarchia delle relazioni spinga spesso alla ricerca di una maggiore ricchezza.

Allora di cosa voglio parlarti?

Ti voglio parlare di come i soldi possono acquistare la felicità, o meglio ancora la serenità.

Stacchiamoci un attimo dalla ricchezza in senso stretto.

Quella che permetterebbe di acquistare una Lamborghini, un jet privato o una villa super lusso con piscina per capirci.

Focalizziamoci invece su ciò che può significare veramente la felicità e serenità.

A tal proposito qui sotto ti metto un grafico dove puoi vedere come 75.000 dollari di entrate annue (parliamo di platea Americana oggetto di sondaggio) siano un “limite” oltre il quale la felicità acquistata non cresce più in maniera significativa.

Potremmo tradurre questi dati, in base a costo della vita e valore della moneta, in 50.000 euro per gli Europei.

Oltre questo limite appunto, la felicità rallenta la crescita significativamente.

Fonte: VisualCapitalist

Linea blu: come percepiscono la vita gli altri

Linea bianca: l’umore e il sentimento di una persona nella vita quotidiana 

Quindi, al di là del raggiungimento o meno della soglia “minima” di entrate che portano alla felicità, come la si raggiunge?

Una corretta pianificazione passa dalla chiara individuazione degli obiettivi e come raggiungerli.

La felicità ad esempio potrebbe essere l’obiettivo di poter permettere ai figli di poter studiare senza far fare loro troppi sacrifici, o comunque poter frequentare le migliori scuole.

La felicità potrebbe essere avere una casa dove vivere, di proprietà o in affitto, dove per abitarci non ci si deve ridurre in soglia di povertà per colpa di mutui o affitti fuori dal proprio budget reale.

La felicità, è poter stipulare l’assicurazione contro lo scoppio/incendio o altri eventi inattesi sulla propria abitazione.

Oppure ancora essere assicurati contro la morte o invalidità temporanea/permanente in modo tale da garantire una vita decorosa a chi ci sopravvive.

Mi rendo conto come molto spesso questi esempi di “felicità” siano difficilmente compresi e condivisi.

Però prova a soffermarti per un attimo su cosa veramente rende la tua vita migliore, un oggetto o la serenità?

La serenità di affrontare il futuro, qualsiasi cosa possa accadere, sapendo che ti sei già adoperato per proteggerti e per superare delle difficoltà.

La serenità di sapere che stai risparmiando per poter permettere alla tua famiglia un futuro migliore, degli studi adeguati per i tuoi figli.

La serenità che se ti succedesse qualcosa, a parte il dramma dell’evento in sé, non si aggiungerebbe un dramma ancor peggiore sul fronte economico che la tua famiglia dovrebbe affrontare senza di te.

Perché è molto bello poter dar sfoggio della propria ricchezza, far vedere al vicino di casa che hai la macchina sportiva nuova o mostrare le foto di una vacanza da sogno al bar con gli amici.

Ma la verità è che prima di arrivare a potersi concedere queste cose, più che legittime e che spero tutti possano realizzare (o altre in base ai propri obiettivi) la cosa più importante, anche prima di investire in borsa, è proteggersi da eventi inaspettati ed incerti.

Troppo spesso crediamo che a noi non potrà mai succedere, che accadrà a qualcun altro, ma quel qualcun altro prima o poi potremmo essere noi e potremmo rimpiangere di aver vissuto troppo alla giornata senza nessuna pianificazione.